Non si tratta di un supereroe spaziale alla caccia di nemici intergalattici, ma di un dispositivo meccanico-automatico in grado di simulare il moto del girasole:insegue il sole, orientandosi e posizionandosi nella direzione migliore per assorbire più radiazioni solari possibile.
L'inseguimento solare può essere ad asse singolo (cioè la rotazione avviene solo sull'asse orizzontale, o verticale) oppure a doppio asse, cioè la rotazione avviene contemporaneamente sia in verticale che in orizzontale, posizionando pertanto i pannelli in modo sempre frontale rispetto al sole. Gli inseguitori monoassiali o biassiali si differenziano ulteriormente secondo l’orientamento e in base al meccanismo di movimento utilizzato per orientarsi: gli inseguitori attivi usano un motore elettrico e possono essere analogici o digitali, mentre quelli passivi si spostano attraverso fenomeni fisici autonomi (dilatazione termica di un gas fluido).
Con l’impiego di un inseguitore solare si può aumentare il rendimento fino al 40%. Il rendimento dei pannelli fotovoltaici fissi, varia da 0 (all'alba) gradualmente a un picco (a mezzogiorno) fino a ridiscendere a zero al tramonto. Se l'impianto è invece dotato di inseguitore solare a 2 assi già due ore dopo l'alba il pannello è in grado di raggiungere la potenza massima, che viene mantenuta fino a c.a. 2 ore prima del tramonto, ridiscendendo poi rapidamente. L'adozione di un inseguitore solare comporta però un maggior costo rispetto a un impianto fisso (orientativamente 10-15%), ma l'aumento significativo della produzione (fino al 40-45% in più), considerando l’incentivo derivante dal Conto Energia, rende la soluzione economicamente appetibile.
La manutenzione resta il punto debole dell’inseguitore: trattandosi di una tecnologia che comprende organi in movimento, si rende necessaria una manutenzione periodica al fine di assicurare costantemente la massima efficienza del sistema. Negli impianti fotovoltaici fissi la manutenzione è invece praticamente inesistente.
